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Primo Tempo

by Barabba

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1.
Un Altro 02:52
Vorrei essere un altro più forte, più alto più abile nell’essere sociale più accettabile, più normale Vorrei essere un altro per potermi finalmente invidiare o per essere più spesso indifferente a me stesso Vorrei essere un altro e fingere di non conoscermi per vedere l’effetto che faccio quando m’incontro per strada Vorrei essere un altro e seguire le mie mosse da lontano e passo dopo passo freddamente analizzare per capire dove sta l’errore Vorrei essere un altro vivere una vita non mia per vedere se da un altro punto di vista la malinconia sembra ancora poesia E andare al mio funerale per vedere chi piange e chi ride e chi davvero mi conosceva sarà chi non si farà vedere Vorrei essere figlio del nulla, si ma come si è figli di un re
2.
Decidi pure per me che non ho voglia di chiedermi che cosa ne sarà di noi, succede sempre così, ti lamenti ma quello che vuoi, nemmeno tu lo sai. Si, mi mancano già i tuoi difetti se penso che domani io non ti vedrò ma continuare così lo capisci anche tu che così non si può. Non ricordo chi, ma qualcuno l’ha detto che l’amore più vero anche se non sembra è quello meno perfetto, ma questo umore nero è una scusa che non regge più è un alibi che non sta più su è una scusa che non regge più è un alibi che non sta più su Bastare a me stesso non è solamente un’opzione per me ma è l’unica strada, l’unica via, perché la solitudine è casa mia, e invece tu, così solare tu è già da un po’ che non ci stai dentro più e mi chiedi perché e mi dici “non lo vedi che ho bisogno di te”. Ma io non riesco a non amarti di più quando tu non ci sei quando tu, si, sei lontana da me è proprio allora che io ti vorrei. Non capisco perché ma cercarti è più dolce, più dolce per me che trovarti Non capisco perché ma cercarti è più dolce, più dolce per me che trovarti. Non c'è luce nella mia mente non c'è luce nel mio cuore tutto sparirà sento te gridare, sento la tua voce nitida nella foresta senza gravità fluttuo via, fluttuo via come se non m'importasse, stupida la mente, le sue ingenuità, tutto ciò di cui mi è mai importato ora è nelle basse oscure terre di chi si perderà. Guardami, non devi pagare nessuna pubblicità, urliamoci in faccia tutto quello che abbiam da dire non ci resterà niente, ma dimmi poi cosa ci rimane solamente la mia voce che vuole uscire, gridare come un raggio sulla mia tetra realtà Bastare a me stesso non è solamente un’opzione per me ma è l’unica strada, è l’unica via, perché la solitudine è casa mia, e invece tu, così solare tu è già da un po’ che non ci stai dentro più e mi chiedi perché e mi dici “non lo vedi che ho bisogno di te”. Ma io non riesco a non amarti di più quando tu non ci sei quando tu, si, sei lontana da me è proprio allora che io ti vorrei. E non capisco perché ma cercarti è più dolce, più dolce per me che trovarti Non capisco perché ma cercarti è più dolce, più dolce per me che trovarti.
3.
quella di Momo è tutta una vita di scappare via da un demone, nascondersi, evitare e cerca cerca cerca sollievo, rifugio possibili vie di fuga dall’ansia che lo prosciuga e corri Momo corri, ma il demone è sempre lì il suo fiato sul collo non ti lascia in pace mai è una seconda pelle, è una seconda ombra è un abito da sera che indossare tu non sai Momo non dorme la notte, gira per la città scappa come una preda, teso, sudato, braccato cerca di confondersi con l’oscurità complice del buio fantasma lui stesso e corri Momo corri, ma il demone è sempre lì il suo fiato sul collo non ti lascia in pace mai è una seconda pelle, è una seconda ombra è un abito da sera che indossare tu non sai e corri Momo corri ma il demone è sempre lì il suo fiato sul collo non ti lascia in pace mai è una seconda pelle, è una seconda ombra è un abito da sera che indossare tu non sai per ingannare le oscure presenza indossa maschere Momo è il re del travestimento, ogni giorno uno nuovo e cambia forma, cambia sostanza con facilità ma non ricorda più il suo volto e la sua identità ovunque lui se ne va, quel demone è sempre là come una seconda ombra, come un vestito che Momo indossare non sa ovunque lui se ne va, quel demone è sempre là come una seconda ombra, come un vestito che Momo indossare non sa ovunque lui se ne va, quel demone è sempre là come una seconda ombra, come un vestito che Momo indossare non sa ovunque lui se ne va, quel demone è sempre là come una seconda ombra, come un vestito che Momo indossare non sa prima o poi quel demone Momo lo incontrerà e allora si che il proprio volto riconoscerà perché guardandolo in faccia, se stesso vedrà perché guardandolo in faccia, se stesso vedrà prima o poi quel demone Momo lo incontrerà e allora si che il proprio volto riconoscerà perché guardandolo in faccia, se stesso vedrà perché guardandolo in faccia, se stesso vedrà Momo non dorme la notte, gira per la città cerca di confondersi con l’oscurità
4.
dimmi quante ferite hai e ti dirò chi sei quante lacrime hai versato quante volte hai sanguinato tu non ci crederai ma io non piango mai sto nascosto fino a sera esco solo col buio come una pantera cerco di non farmi male con le persone in particolare io non lego con la gente e così non mi succede niente ma cosa vuoi che sia solitudine o compagnia non fa molta differenza sono gradi diversi della stessa distanza è cinico il destino è cinico e baro non guarda in faccia a nessuno dalla culla al cimitero ti frega bluffando all’ultima mano ti sussurra all’orecchio “il mio nome è nessuno” eppure io ho un ricordo di te tu che mi dici “hey offrimi un caffè” e mentre parli hai del miele in una mano e nell’altra del veleno poi cosa è successo non so oppure voglio scordarlo un po’ ma da quel momento in poi non ho più pronunciato la parola “noi” sono inconvenienti si sa ma chiamala pure maturità e come ogni frutto quando è maturo finisce per terra oppure esce da un culo ma cosa vuoi che sia faccio finta che tu non sia mai stata mia e come d’incanto in un momento svanisce il ricordo, finisce il tormento è cinico il destino è cinico e baro non guarda in faccia a nessuno dalla culla al cimitero ti frega bluffando all’ultima mano ti sussurra all’orecchio “il mio nome è nessuno” è cinico il destino è cinico e baro non guarda in faccia a nessuno dalla culla al cimitero ti frega bluffando all’ultima mano ti sussurra all’orecchio “il mio nome è nessuno”
5.
Si guardano strani quei due sono stati amanti lei ha una baldanza che sfodera due o tre volte l’anno per il resto perso in ansie senza nume Lui caracolla sconfitto ha un sorriso che fredda lei gli prende la mano per scherzo la bacia lui sta al gioco ma in tutta tensione poi lui ha uno scatto facciale e ridendo poi sembra che pianga lei distoglie lo sguardo smarrita pensando “è ora che vada” la sera con l’ombra poi suonano le campane le finestre su strade contengono uomini in ginocchio contengono uomini contengono uomini in ginocchio contengono uomini quei due sono stati amanti quei due sono stati amanti
6.
torna il Natale tutti lo aspettano tutti che aspettano me tutti si aspettano che ecco che arriva Papa Noel ecco che porta i suoi doni per voi e il carbone per me santo Natale un poco triste fingono tutti ma tutti sanno che Babbo Natale non esiste santo Natale qui c’è da festeggiare apri quelle buste che sono un po’ triste bianco Natale dentro le buste sopra uno specchio nel retro del locale lascia che aspettino Babbo Natale se c’è un po’ da festeggiare festeggiamo io e te padri, madri, nonne di nonni figlie di nipoti del fratello di una zia lascia che aspettino anzi falli cominciare digli che gli avanzi glieli do da portar via primo, secondo, bollito, arrosto poi un amaro per mettersi a posto il bue, l’asinello, i pacchi, i doni trisavoli invocati fino a tre generazioni lascia che mangino fino a scoppiare parenti di parenti, cugini centotre fammi ‘sto regalo caro Babbo Natale questa che ho scritto è la mia lettera per te quest’anno sono triste, quest’anno non ho voglia rinuncio al lesso e alla carne sulla griglia rinuncio al peccato ma solo per finta con tutte quelle buste sei tu la mia famiglia sei tutta la famiglia Babbo Natale sei tu tutta la mia famiglia

about

“Primo Tempo” è il primo album ufficiale del trio marchigiano Barabba: sei tracce in cui confluiscono tre brani già editi come singoli tra dicembre 2020 e settembre 2021 (“Bianco Natale”, “Un Altro” e “Bastare a me stesso”), affiancati da altrettanti inediti, tra cui “Quei Due”, che vede la partecipazione alla voce di Giovanni Succi dei Bachi Da Pietra su un testo dello scrittore Marco Drago. Cifra, questa delle collaborazioni, che contraddistingue un lavoro impreziosito da numerosi interventi esterni (Serena Abrami, Caterina Trucchia, Paco Sangrado, Tommaso Uncini). Il titolo, “Primo Tempo”, allude a un'introduzione all’universo Barabba e alla sua poetica, facendo riferimento a una certa narrativa “cinematografica” delle storie che racconta e presagendo un auspicabile “Secondo Tempo”.

credits

released January 14, 2022

Jonathan Iencinella | Voce, testi (eccetto "Quei Due"), musica
Riccardo Franconi | Synth, produzione, musica
Nicola Amici | Produzione, musica

Ospiti:
Paco Sangrado | Voce su "Bastare a me stesso"
Serena Abrami | Voce su "Bastare a me stesso"
Tommaso Uncini | Sax baritono su "Momo"
Caterina Trucchia | Voce su "L'Ultima Mano”
Giovanni Succi | Voce e melodia su “Quei Due”
Marco Drago | Testo su “Quei Due”

Mixaggio e Mastering | Riccardo Franconi & Nicola Amici @ Peyote Vibes, Jesi (AN)
Grafica e layout | Enrico Pangrazi, Luana Carlini, Officina del Disco

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about

Barabba Italy

Barabba è un personaggio cinico e disilluso che si confronta a fatica con la “normalità” immerso in atmosfere noir, tra elettronica, urban e forme contemporanee di canzone d’autore.

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